Nello studio di Serena Bortone l’ex sindaco di Roma Walter Veltroni che ha colto l’occasione di essere ospite di Oggi è un altro giorno per raccontare il suo ultimo lavoro letterario. Dal 10 marzo infatti sarà disponibile il suo nuovo giallo dedicato al commissario Buonvino.
Un romanzo che nasce da un cold case veramente accaduto nella Roma dell’immediato dopoguerra. Una storia letta per caso su Facebook e a cui si è ispirato quando ha iniziato a scrivere il quarto capitolo del suo poliziotto di Villa Borghese.
“Buonvino tra amore e morte” di Walter Veltroni
Nel quarto capitolo dedicato alle vicende del commissario Buonvino ritroviamo il poliziotto romano sconvolto dalla morte della sua futura moglie nel giorno delle nozze. Il commissario quindi cerca di venire a capo del mistero tentando di capire se si è trattato un delitto legato al suo lavoro o se il movente è da ricercarsi nella vita della donna.
A Piazza di Siena, nel cuore di Vila Borghese, intanto viene ritrovato il corpo senza vita di un uomo. Un omicidio compiuto crivellandolo da colpi di fucile. Proseguendo nelle sue indagini Buonvino si ritrova a scavare nel passato dell’uomo risalendo fino alla Roma del 1944 scoprendo torbidi intrighi.
Le indagini sulla morte di Pier Paolo Pasolini
Ospite di Serena Bortone ad Oggi è un altro giorno l’ex politico Walter Veltroni ha voluto raccontare anche delle sue indagini, su cui ha scritto, legate alla morte di Pier Paolo Pasolini. Il grande genio italiano venne brutalmente ucciso nel 1975 a Lido d’Ostia.
Del suo omicidio venne ritenuto responsabile soltanto Pino Pelosi, oggi ormai scomparso, che all’epoca dei fatti aveva 17 anni. Secondo Veltroni non è possibile considerare Pelosi come l’unico assassino di Pasolini. Il poeta, ad esempio, era un uomo in salute e atletico di conseguenza per il giovane sarebbe stato impossibile sopraffarlo in un modo tanto violento.
L’ex sindaco di Roma ha rivelato che nel corso dei suoi incontri con Pelosi ha avuto l’occasione di capire, secondo lui con assoluta certezza, che il giovane sia stato un capro espiatorio. Dalle successive indagini sul luogo del delitto sarebbe emersa, tramite esame del DNA, la presenza di altre persone mai identificate.
L’omicidio brutale di Pier Paolo Pasolini resta così una delle pagine più nere della storia italiana. A distanza di quasi 50 anni la responsabilità di tale atrocità è stata fatta cadere solo su Pino Pelosi senza andare più avanti. Mancano ancora non solo gli assassini ma anche gli eventuali mandanti.