Questa sera 15 febbraio 2023 alle ore 21 e 25 su Rai 1 andrà in onda il documentario su una delle band più longeve del panorama della musica Italiana, i Pooh. In “Pooh – Un attimo ancora” la band si mette a nudo raccontando, spesso con ironia, aneddoti inediti della propria vita familiare e professionale.
Ascolteremo i contributi e i racconti di Roby Facchinetti, Dodi Battaglia, Red Canzian, che completano il racconto con storie inedite. Sulle note di alcune tra le più belle canzoni che, ancora oggi, scandiscono i ricordi di diverse generazioni.
Precursori nelle tematiche e nell’utilizzo di strumenti all’avanguardia musicale. I Pooh hanno scandito con le loro note i momenti indimenticabili di centinaia di migliaia di persone, ricoperti da un affetto che dura negli anni. Affetto che non è mai svanito anzi è aumentato dopo la morte del batterista Stefano D’Orazio
Le parole dei Pooh sul documentario
“La realizzazione di Pooh – Un Attimo Ancora rappresenta l’opportunità di raccontare la nostra storia di musica e di vita – spiegano Facchinetti, Battaglia e Canzian – siamo stati insieme cinquant’anni. Abbiamo realizzato oltre cinquanta album, venduto ottanta milioni di dischi, ci siamo esibiti in circa tremila concerti – spiegano
Ringraziamo Manuela Cacciamani per One More Pictures e Rai Documentari per aver fortemente voluto questo progetto. È bellissima, inoltre, l’idea di coinvolgere i fan nel progetto, far raccontare da loro quale canzone gli abbia cambiato la vita. Perché la musica ha questo potere enorme e fa anche dei piccoli miracoli.
Eravamo solo quattro ragazzi che volevano fare musica, alla fine abbiamo raccontato tre generazioni. A condurre gli spettatori nei nostri ricordi più cari è Mariasole Pollio. Che, simbolicamente, racconta i Pooh attraverso gli occhi di una giovane donna per trasmetterla anche alle generazioni più recenti. È così che la musica cambierà anche la sua vita“.
Le prime volte dei Pooh
Sono il primo gruppo italiano a possedere e usare un impianto audio personalizzato con due mixer separati. Uno per gli strumenti e uno per le voci. «Finalmente in un concerto si capiscono anche le parole delle canzoni», era il commento più diffuso fra la gente.
I Pooh hanno avuto il merito di volere e sperimentare questa innovazione tecnologica, messa in commercio soltanto qualche tempo dopo, la macchina del fumo. I Pooh costruivano in prima persona gli effetti e le scenografie dei loro live. Dopo una visita a Cinecittà, dove hanno parlato e visto all’opera Rambaldi (l’inventore di E.T.) e Baciucchi (responsabile delle esplosioni nello spaghetti western)
Hanno realizzato la macchina del fumo spruzzando la Brillantina Linetti su un marchingegno empirico composto da un irroratore per le rose con serpentina in rame e una resistenza da scaldabagno. La brillantina, però, conteneva alcool, pertanto assieme al fumo uscivano anche involontarie fiammate molto scenografiche
In un concerto del 1975 a Torino, un pompiere troppo zelante scaricò un intero estintore a polvere addosso a Stefano D’Orazio. Che ha terminato la canzone completamente imbiancato (sopraciglia comprese) fra le risate della band e l’entusiasmo del pubblico che credeva fosse un effetto scenico.