Oggi, domenica 5 febbraio 2023, alle 16 e 30, su Canale 5 c’è una puntata strepitosa del programma condotto da Silvia Toffanin. Spazio viene dato alla storia della musica italiana.

La padrona di casa ospita nel suo salotto numerosi ospiti. Tra questi protagonisti c’è anche Beppe Carletti, anima dei Nomadi, il gruppo che più di tutti ha vissuto la storia della musica italiana.

I Nomadi: 60 anni di carriera

I Nomadi hanno superato i sessant’anni di carriera e quindici milioni di dischi venduti. Traguardi che in Italia sono stati raggiunti da pochissime band.

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Il gruppo emiliano nato nel 1963 dalla voglia di un gruppo di ragazzi di fare musica insieme ha superato ogni record e ad oggi esiste ancora grazie al volere di Beppe Carletti.

Beppe Carletti, oggi è il leader e l’ anima del gruppo di Novellara. Il suo è un impegno che va al di là di ogni limite possibile. Infatti, é custode della memoria di Augusto Daolio, voce e volto storico dei Nomadi scomparso nel 1992 a soli 45 anni.

Una delle caratteristiche di Carletti e compagni è da sempre quella di dare il meglio in concerto, potendo anche contare sull’affetto di un pubblico sempre presente.

Beppe Carletti entra in studio

Sotto le note di “Io Vagabondo” arriva Carletti. Ad accoglierlo Silvia Toffanin emozionata per i 60 anni di Nomadi.

“Sono passati tanti anni, sono volati via. Alcuni sono difficili. La soddisfazione di essere qui è grande, dopo tutto quello che ci è successo”; Beppe spiega: “essere riusciti dopo tutti questi a rimanere in gioco è una cosa bella”

La Toffanin: “Beppe la cosa bella di te è che sei una persona veramente umile”; ed è lì che Carletti si emoziona e ringrazia con occhio lucido.

La clip che racconta Beppe

Il pubblico poi può assistere ad un filmato emozionante con la voce di Beppe in sottofondo:Non è facile essere un operaio della musica, ci vuole anche una donna con la forza di sopportare perché io non ero mai a casa. Abbiamo fatto due figli. Sono felice perché ho fatto tutti i passi. Sono diventato nonno”; “I sogni ci vogliono sempre. Se non si hanno più sogni si è finito di vivere”

“A nove anni la prima fisarmonica comprata per le cambiali. Mia mamma era contenta che suonavo ma l’importante era che io dovevo lavorare. Mio papà è morto più giovane a 73 anni. Hanno visto il successo”

“Io Vagabondo”

Negli anni 80 “Io Vagabondo” I Nomadi hanno scelto di non cantarla ai concerti perché passava indifferente. Poi la svolta. Hanno iniziato a cantarla tutti i grandi artisti ed è diventata un vero e proprio inno della musica italiana. 

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