Nella puntata di sabato 1 aprile 2023, a Verissimo sarà ricordato Franco Califano a dieci anni dalla sua morte. In studio insieme a Silvia Toffanin, ospite Marina Occhiena, che fu la compagna del Califfo ad inizio carriera. La Occhiena iniziò la sua carriera di artista nel 1965. Due anni dopo per Marina Occhiena arriva la popolarità nel gruppo dei Ricchi e Poveri. È proprio in questi primi anni nel gruppo musicale che si innamora di Franco Califano.

Verissimo: Franco Califano, tra musica, donne e poesia

Franco Califano nasceva il 14 settembre del 1938 su un aereo in volo verso Tripoli ed è stato tra i più importanti cantautori italiani. Il 30 marzo 2013, il Califfo dopo una lunga malattia si è spento ad Acilia, Roma.

Icona e simbolo di una certa Roma che forse oggi non esiste più, Franco Califano fu  cantautore, attore e in parte poeta. Tra le sue grandi passioni ci furono la musica e le donne. Uomo dal carattere forte e deciso, soprattutto con la musica Califano riuscì ad arrivare ovunque, in ogni ambiente sociale, riscuotendo sempre anche tanta simpatia.

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Il Califfo, così come era soprannominato il cantante, fu anche un uomo dalla vita molto sregolata, e divenne anche per questo motivo un mito che piaceva. Califano, all’attivo 32 album e venti milioni di dischi venduti, fu dunque una rockstar dei suoi tempi, di cui però si faceva fatica a tracciare i confini tra la sua figura di artista, personaggio e uomo poeta.

Califano cantante e Califano viveur, storia di un mito che amava la notte

Il Franco Califano cantautore traeva ispirazione, anche, dal Califano viveur della notte. Al cantautore la notte piaceva e l’amava al punto che divenne sin dai tempi in cui andava a scuola, la sua dimensione di vita, la vita notturna, anche perché come spesso ricordava, dopo le serate, la mattina non riusciva proprio a fare niente. Sempre l’amata notte, regalò al Califfo fortunati incontri della sua vita, che gli permisero di entrare nel mondo dello spettacolo stringendo importanti collaborazioni.

Nel 1965 scrive La musica è finita per Ornella Vanoni e poi per Bruno Martino compone E la chiamano estate. Successi entrati nella storia della musica italiana, grazie allo stile compositivo del Califfo, epico e definitivo allo stesso tempo. Negli anni ’70 compone ‘N bastardo venuto dar sud, il suo primo album, poi segue Minuetto per Mia Martini, una tra le più belle canzoni italiane.

Il poeta prestato alla musica: il Califfo

Nel 1973 vince il Festival di Sanremo con il brano cantato da Peppino Di Capri, Un grande amore e niente più. Il Califfo però, raggiunge l’apice del successo nel 1977 grazie a un brano tra i più belli nella storia della musica italiana, Tutto il resto è noia, un vero e proprio inno d’amore alla sua Roma, arte che narra la vita. Sulla copertina del disco, Califano ha in braccio un bambino, Eros Turatello.

Il Califfo è anche il padrino di battesimo di quel bambino, figlio del boss della mala milanese Francis Turatello, suo grande amico. Franco Califano non ha mai rinnegato quell’amicizia, ne parlerà anche nel romanzo Senza manette.

Tra cronaca nera e gossip, Califano andava a letto cinque minuti dopo tutti gli altri proprio per avere quei cinque minuti in più per raccontare tutto e il contrario di tutto. Il Califfo è stato sempre un viveur e latin lover, che come spesso da lui detto, aveva avuto più di mille donne. Dal fascino misterioso e maledetto, cinico ma sentimentale e romantico allo stesso tempo, Franco Califano era un animo poetico e gentile e forse anche poco compreso.

Al cimitero, sulla sua lapide, c’è scritto: “non escludo il ritorno“, titolo di una sua canzone con cui prese parte al Festival di Sanremo 2005. Dalla morte del poeta cantautore sono ormai passati dieci anni e come lui stesso avrebbe detto e cantato, ancora oggi ” nessuno ce sta che ce po’ consola’ stasera”.

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