Mauro Corona, che non ha nulla di che spartire con il re dei paparazzi Fabrizio, è un tipo sagace, senza peli sulla lingua che ha  improntato la sua vita sulla verità. Scrittore, alpinista, scultore; sulle sue opere di legno rimane l’impronta di un’infanzia difficile costernata di dolore e dall’abbandono dei suoi genitori.

Fedele nei suoi ideali

Un tipo sopra le righe e ce ne siamo accorti da tempo, ha un modo di parlare lineare con il suo essere ruvido e sincero. La fedeltà fa parte della sua vita ed è per sempre, come alla montagna e alla Berlinguer, la conduttrice del programma di cui è ospite settimanalmente. Bianca e Mauro hanno affrontato non poche dispute in diretta e ha preso il vizio di chiamarla “Bianchina”. L’ha seguita fino alla Mediaset ma per lui non cambia niente se è sulla rete statale o privata. Per lui conta il senso civico del suo codice d’onore, forgiato fin da piccolo in una famiglia affetta da tantissimi problemi.

L’amore folle per la montagna

 “Quando le cose vanno male, trovo rifugio sulle cime delle montagne. Le considero come un’amica fidata a cui chiedere consigli, un luogo dove riflettere prima di compiere azioni impulsiva per evitare errori. La natura, in particolare le montagne, è una fonte di cura e mi fornisce una stabilità emotiva. Ho trovato protezione e affetto sulle vette delle montagne”. Così esordisce il bravissimo scrittore parlando del grande amore della sua vita. Uno status, un modo di essere che rispecchia tutto ciò che collima con le altezze e i percorsi montuosi. E’ la sua ragione di vita, solo tra le rocce e la vegetazione si sente un tutt’uno con il mondo che lo circonda. Fin da piccolo, ha scoperto una madre e un padre tra il verde e le arrampicate. Sempre più su fino ad arrivare a sfiorare il cielo.

L’abbandono da parte dei genitori

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Non ha affatto un buon ricordo della sua infanzia, Mauro Corona ha sempre trovato il coraggio di rivelare ciò che accadeva in una famiglia tumultuosa come la sua. Il padre era un vero dittatore e prendeva a sprangate sia la moglie e sia i figli, lo scrittore ammette di ricordare le tante volte in cui veniva legato ad un palo perché era disubbidiente. Ancora tra i suoi ricordi c’è quando, da piccolo, doveva armarsi di pazienza e forza e portare a casa un carico enorme di legna altrimenti si rimaneva al freddo. La mamma non riuscì più a sopportare le violenze del coniuge è andò via di casa. I fratelli Corona furono cresciuti dai nonni con cui non si dicevano più di due parole al giorno. Un’infanzia drammatica, eppure l’alpinista rimugina sul passato che poteva essere vissuto diversamente se solo ci fosse stato più unione e consapevolezza. Alla fine il suo cuore ha perdonato.

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