Isabella Ferrari, il cui vero nome è Isabella Fogliazza, è un’attrice italiana nata il 31 marzo 1964. L’attrice si è distinta nel 1995 vincendo la Coppa Volpi come migliore attrice non protagonista durante la Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, grazie alla sua interpretazione in “Romanzo di un giovane povero”. Nel 2008 ha ricevuto il Premio Pasinetti per il film “Un giorno perfetto”.

Gli inizi e la carriera cinematografica

L’esordio di Isabella Ferrari nel mondo dello spettacolo avvenne nel 1981 con un ruolo minore nel programma televisivo “Sotto le stelle” di Gianni Boncompagni, per poi apparire nella trasmissione per ragazzi “3, 2, 1… contatto!”, dove cantò anche la sigla “Canto Una Canzone”.

Notata da Carlo Vanzina durante il programma “Sotto le stelle”, nel 1983 ottenne il ruolo di Selvaggia nel film “Sapore di mare”, segnando così l’inizio della sua carriera cinematografica a soli 18 anni, alternando da quel momento cinema e teatro.

La carriera successiva e le apparizioni

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Isabella Ferrari ha avuto ruoli in diversi film di successo tra cui “Il ras del quartiere”, i due capitoli di “Sapore di mare”, ma anche “Giochi d’estate”, “Dagobert”, “Chewingum”, “Il ragazzo del Pony Express” e “Fracchia contro Dracula”. Ha anche partecipato con un cameo nel film di Woody Allen “To Rome with Love”. Nel 2010 è tornata in televisione con la serie “Nel bianco” su Canale 5 e nel 2009 ha recitato nel film TV “Storia di Laura” su Rai 1, trasmesso nel 2011.

La lotta di Isabella Ferrari contro la malattia

Alcuni anni fa, Isabella Ferrari ha detto di soffrire di una malattia che l’ha costretta a confrontarsi profondamente con la sua esistenza. Raccontò di essersi svegliata una mattina incapace di muovere le gambe, dando il via a un lungo periodo di visite mediche e diagnosi errate, nonostante il consulto di medici anche all’estero. Descrisse di aver inviato campioni di sangue per esami negli Stati Uniti e di aver sperimentato forti dolori, trattati con cortisone.

La diagnosi definitiva avvenne il 2 giugno, quando fu ricoverata in un ospedale a Roma. Qui incontrò un medico che le propose una terapia rischiosa e con poche garanzie di successo. Isabella decise di non seguirne il consiglio e partì per Pantelleria.

Nonostante un iniziale miglioramento, la sua condizione peggiorò costringendola a ritornare a Roma per iniziare la terapia. Durante quel periodo, trascorse due anni frequentando l’ospedale quotidianamente, affrontando le sue paure legate alla malattia e riflettendo su come la paura di vivere possa essere più limitante di quella di morire.

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