Arianna Mortelliti è stata ospite di Oggi è un altro giorno. La giovane è la nipote di Andrea Camilleri, il papà del Commissario Montalbano. Anche lei è una scrittrice ed è infatti uscito il suo primo romanzo “Quella volta che mia moglie ha cucinato i peperoni”.
Per annunciare Arianna Mortelliti sono state inviate delle immagini di un’intervista a suo nonno Camilleri. “Io ho avuto la fortuna di lavorare con nonno nel suo ultimo anno di vita. Quando si svegliava di buon umore cantava e recitava poesie”, con queste parole è cominciata la chiacchierata di Serena Bortone e la scrittrice, che ha rivelato come suo nonno le manca tantissimo anche perché nell’ultimo anno di vita di Camilleri sono stati molto vicini, lavorando anche insieme. Il primo ricordo che ha con suo nonno è che gli portava il caffè e lui le lasciava il fondo del caffè pieno di zucchero perché entrambi erano golosi.
Il primo romanzo di Arianna Mortelliti
Il suo romanzo “Quella volta che mia moglie ha cucinato i peperoni” parla a tutte le persone che hanno accudito una persona che non c’è più. “Avere una persona cara in coma – ha dichiarato la Mortelliti – come mio nonno che è stato un mese in coma ti porta a riflettere sull’esistenza. Volevo lasciarmi alle spalle questo dolore grazie all’immaginazione che mi ha trasmesso mio nonno. Mi dava dei consigli e mi rispondeva con risposte da donna. Era riuscito a conoscere l’animo femminile così tanto che sembrava di parlare con una mia cara amica saggia”.
Nel libro c’è il rapporto tra Arturo e Nina, nonno e nipote e quindi è un po’ autobiografico, riferito al rapporto tra Arianna Mortelliti e Andrea Camilleri. Mentre lo scrittore era in coma sua nipote le parlava moltissimo. La cosa più importante che le ha lasciato è stata l’uso dell’immaginazione. Il processo creativo di Andrea Camilleri iniziava con lo scrivere tanto, compiendo al contempo molte ricerche, poi si metteva insieme alla nipote e parlava tanto mentre lei doveva scrivere.
Gli insegnamenti di Andrea Camilleri a sua nipote
“Si potevano vedere gli ingranaggi di quel cervello in attività”, ha raccontato la scrittrice di “Quella volta che mia moglie ha cucinato i peperoni”. Inoltre ha dichiarato che scrivere questo suo romanzo è stato molto terapeutico per superare la morte del caro nonno e se un giorno avrà figli cercherà di trasmettergli gli insegnamenti di Andrea Camilleri custoditi dentro di lei.